Le difficoltà e le oscurità del credere da parte della comunità cristiana, sono descritte dal celebre incontro di Gesù Risorto con il discepolo Tommaso, che rappresenta tutti coloro che progrediscono lentamente verso la fede autentica. Gesù, pur riservando una beatitudine particolare per coloro che credono senza sostegni esterni, accetta di concedere un’ulteriore prova al discepolo esitante. Per la Bibbia è difficile credere, la fede è una conquista faticosa e spesso lacerante.
Nel conferire agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha portato la pace nell’anima inquieta dell’uomo. L’anima creata da Dio ha nostalgia di Dio. La pace con Dio è il fondamento della pace tra gli uomini. Liberato dalla schiavitù del peccato, l’uomo è in pace, ha l’anima in festa, in pace. La pace regna sui cuori puri. È partendo dalla pace interiore, quella del cuore, appoggiandosi ad essa, che si può stabilire la pace esteriore: in famiglia, fra vicini, in seno alla Chiesa, tra i popoli. Dio chiama tutti gli uomini ad unirsi al suo popolo unico. Il suo desiderio, che è di riunire tutti gli uomini in seno ad un’unica comunità per salvarli. In questo senso, Cristo appare come il primo sacramento nato dall’amore di Dio, la fonte di tutti i sacramenti. I sacramenti possono esistere solamente perché in loro Cristo stesso è presente ed agisce.
Per realizzare in pienezza il messaggio del Risorto, è necessario entrare nell’ottica della misericordia. Che proprio oggi, ha il suo culmine più alto. Il Papa Polacco istituì la Domenica della Divina Misericordia per sottolineare il profondo legame tra la Passione, la Morte e la Risurrezione di Cristo che sono, infatti, la più grande manifestazione della Divina Misericordia nei confronti dell’umanità. San Giovanni Paolo II così motivava l’urgenza di annunciare e testimoniare la misericordia nel mondo contemporaneo: “Essa è dettata dall’amore verso l’uomo, verso tutto ciò che è umano e che, secondo l’intuizione di gran parte dei contemporanei, è minacciato da un pericolo immenso. Il mistero di Cristo… mi obbliga a proclamare la misericordia quale amore misericordioso di Dio, rivelato nello stesso mistero di Cristo. Esso mi obbliga anche a richiamarmi a tale misericordia e ad implorarla in questa difficile, critica fase della storia della Chiesa e del mondo”.
Papa Giovanni Paolo II aveva il presentimento dei pericoli che si sarebbero potuti presentare in diverse parti del mondo e proprio per quella ragione, consacrando nel 2002 la basilica di Lagiewniki, ha affidato il mondo alla Divina Misericordia. Nell’omelia disse allora: “Dove dominano l’odio e la sete di vendetta, dove la guerra porta il dolore e la morte degli innocenti occorre la grazia della misericordia a placare le menti e i cuori e a far scaturire la pace”, indicando una medicina efficace alle tragedie che tuttora hanno luogo in varie parti del mondo e che nascono nei cuori accecati da egoismo, odio, desiderio di dominio sugli altri. Affinché le menti e i cuori degli uomini ospitino verità, perdono e amore reciproco è necessaria un’intensa preghiera di tutti gli uomini di buona volontà.
Don Salvatore Lazzara